Arianna Occhipinti
Goethe diceva: “La materia non è nulla, quello che conta è il gesto che l’ha fatta”. E il primo gesto che ho imparato facendo vino è stato accettare. Accettare la diversità dei suoli, dell’inclinazione del terreno, dell’altitudine, e l’originalità di un vigneto. Accettare vuol dire rispettare. Rispettare la terra e il suo equilibrio. Rispettare la vigna con i gesti sapienti di una agricoltura sensibile. Rispettare la fermentazione grazie all’uso di lieviti indigeni. Rispettare il vino come se fosse una persona. Una persona che si porta dietro un mondo, una storia, un’atmosfera. E sa della terra da cui nasce. Il vino che mi piace fare non è semplicemente un vino biologico. È un vino naturale come penso di essere io. Che nasce dalla mia sensibilità per le cose vere e dai miei gesti, le mie attenzioni d’amore. Un vino che, nelle sue armonie e asperità, dice della terra dove è nato e anche di me. Per questo sono convinta che il vino naturale, oltre a un vino buono, sia anche un vino umano.
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